Dopo l'annuncio dell'interruzione del rapporto tra la Sestrese e Andrea Catania, l'ormai ex dirigente verdestellato ha voluto raccontare i motivi personali del proprio addio con la società genovese.
Un legame lungo decadi, in differenti ruoli, ma che poche ore fa ha avuto la sua conclusione:
"La prima volta che sul cuore ho messo la stella bianca su fondo verde - racconta Catania - era il 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟭𝟵𝟴𝟴. Avevo sei anni, iniziavo la prima elementare e contemporaneamente sul campo della Corderia muovevo i primi passi in quello che sarebbe stato il mio sport, in quella che sarebbe stata 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝟯𝟱 (𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝟯𝟲) 𝗮𝗻𝗻𝗶: 𝗹𝗮 𝗙𝗿𝗮𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗦𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗦𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝘀𝗲 𝟭𝟵𝟭𝟵.
Trentacinque anni dopo eccomi qui alla 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼, la fine naturale perché ogni cosa ha un suo termine.
Facile non può essere, ovvio, se hai passato trentacinque anni sui tuoi quarantuno in un ambiente. Trentacinque sui 104 di storia (quasi 105) della società.
Facile non è, ma doveroso è lasciare con dei saluti e riflessioni che non diano spazio ad interpretazioni, diverse, distanti da chi ha 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻'𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 “𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮”.
Tredici anni da giocatore, tutta la trafila in quelle giovanili che avevano l’apice in una prima squadra che lottava in D accarezzando la Serie C. Dal 2003 poi una nuova avventura sempre qui, a casa, come Addetto Stampa della Sestrese all’allora DG Beppe Maisano. Ventuno anni di seguito, in cui ho fotografato, annunciato, salutato, esultato, per diversi presidenti, allenatori, giocatori, dirigenti.
Sei anni fa, 2018, l’opportunità di entrare a fare parte della gestione sportiva grazie ad un Presidente che mi ha sempre voluto bene (Sebastiano) e un Direttore (Antonio) che mi ha insegnato tutto, prima in campo da allenatore nelle giovanili e poi dietro la scrivania. Sei anni intensi come D.S., ovviamente anche stressanti per il senso di responsabilità per chi come me prima di tutto era tifoso, ma anni tanto gratificanti. 𝗦𝗲𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗺𝗲𝗿𝗮𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝘀𝗶 sia nelle vittorie, belle ed emozionanti, che nelle sconfitte e momenti duri, perché nello sport ci sono anche quelli. Sei anni in cui il ruolo di semplice “direttore” ha sempre lasciato spazio – come naturale che fosse – ad una figura “auto istituita” in modo istintivo di “𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀”, che lavora e ragiona con il cuore per il bene e fattore comune, che fa da mediatore tra tutti gli attori presenti, che si impegna, anche sbagliando, per l’obiettivo comune. Ragionare con il “noi”, non con l’”io”, in ogni ambito, che sia di tempo, economico, di valori, principi e orgoglio verdestellato. Tutti principi, valori, che non erano certo solo i miei, ma erano e sono oggi più che mai condivisi e portati avanti da tutti coloro che sono in carico nella società, non una semplice società ma una vera Famiglia, verdestellata.
Anni intensi, in cui ho avuto la fortuna, vera fortuna, semplicemente di 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘁𝗶𝗿𝗺𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼, 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗹𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶, 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝗺𝗶𝗲𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶 (𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶), 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶 (𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲), 𝗺𝗮 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼, 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮. A testa alta, come quando dopo ogni sconfitta – come ritenevo giusto che fosse - il mio viso tirato, triste, spigoloso, faceva visita alla telecamera o taccuino di ogni “amico” e collega giornalista.
Massimo, Corrado, Paolo, Maurizio, i primi che mi vengono in mente con cui ho avuto la fortuna di passare momenti indimenticabili da subito. La fortuna di avere ragazzi, giocatori, formidabili sotto il profilo umano prima ancora che calcistico. Teddy, Filippo, Davide, Ruben, Marco, Edo ora Federico M., per dirne alcuni insieme a tanti altri. Sono felice di essere stato nello staff di dirigenti che hanno contribuito a riportare a Sestri – facendo felice l’ambiente verdestellato - tanti di questi giocatori che avevano già avuto l’onore e onere di vestire i nostri colori.
La fortuna e la forza da “uomo di società” di 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶. Andare oltre l’aspetto prettamente sportivo o del risultato. Aver avvicinato un amico come Valerio, e oggi vederlo - dopo cinque anni - sempre più importante per il futuro della “nostra” Sestrese. L’aver lavorato, mediato, costruito, imparato, insieme ad una grande figura e uomo perbene come Federico, che sta regalando giorno dopo giorno entusiasmo, rinnovati sorrisi, orgoglio ad un mondo giovanile pieno di nuovi e veri “cuori verdestellati”. Aver creduto e proposto Simone C. nell’organizzazione di un mondo giovanile sempre più in espansione. Ma soprattutto, ultimo evento, aver avuto la fortuna - in questa prima fase della nuova società – di affiancare ragazzi giovani, con grande entusiasmo come Luca e Simone, sotto la regia del nuovo presidente Cinzia, una persona che negli ultimi 22 anni mi ha accompagnato, supportato, sopportato, insieme a Sebastiano in ogni stagione calcistica, prima da giocatore con il Borzoli con 270 partite e poi da addetto stampa e dirigente in verdestellato.
𝗦𝗲 𝗺𝗶 𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗲𝘀𝗮𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗶 𝘀𝗲𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶, 𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗼𝗿𝗴𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼, un bel sorriso e soddisfazione. 𝗟𝗮 “𝗺𝗶𝗮” 𝗦𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝘀𝗲 𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗵𝗮 𝘂𝗻 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗺𝗲𝗿𝗮𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗲, 𝘀𝗶𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝘀𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗼𝗹𝗶𝗱𝗲 𝗲 𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗲𝘀𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗺𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗽𝗶𝘇𝘇𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼. Ma soprattutto ha un futuro meraviglioso davanti perché ci sono loro, tanti “cuori verdestellati” in ogni sezione della società, che mi auguro di cuore continuino a lottare, in ogni campo, in ogni contesto, in ogni momento, per portare avanti i principi che dal 1919 sono insiti in questa società.
Da oggi la Sestrese, dopo 35 anni, avrà in me un “semplice” tifoso, che con la sua sciarpetta andrà al campo. E ogni domenica, soffrirà, come sempre, per i suoi colori.
Si arriva sempre alla fine, in un percorso. A volte bisogna avere la fortuna di sapere individuare, con lucidità, quando questo momento arriva. Questo momento era arrivato, forse già da qualche tempo ma non sempre abbiamo il coraggio o la lucidità di ammetterlo; avere alle spalle una società così legata a me, dei compagni di avventura così pronti, precisi, professionali e sempre sul pezzo, mi ha permesso di arrivare in fondo al mio percorso pur iniziando a staccare un po’ la spina negli ultimi tempi gradualmente; ora più che mai il momento giusto è arrivato, per entrambe le parti. E arriva quando personalmente mi sento 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼, 𝗰𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗲 “𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼” 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼.
I risultati nello sport dipendono da tante cose, non ci sono mai solo spiegazioni razionali, se così fosse tutti saremmo campioni del mondo. E’ questo il bello dello sport.
Ma una cosa la posso dire. In questa stagione ho avuto la fortuna di conoscere un 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲, 𝗘𝗻𝗿𝗶𝗰𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝘀𝗰𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 “𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗿𝗶𝗼”. Lavora sul campo come pochi ho visto fare. Vede, analizza, cose che altri in una intera carriera non vedranno mai. Sicuramente ha margini di crescita importanti, che conosce, e sono sicuro saprà cavalcare anno dopo anno. Un allenatore alla guida di un 𝗚𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼 𝘀𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼 che, come ho sempre avuto il piacere di affermare in questa stagione, ha saputo dare tutto e di più sotto ogni profilo. Ragazzi “vecchi” e ragazzi “nuovi” che si sono dimostrati quello che pensavamo, giocatori veri ma soprattutto ragazzi con principi sani. Allenarsi lontano da “casa” non per i due-tre mesi che auspicavamo ma per una stagione intera; arrivare al campo mezz’ora prima e lasciare alle dieci di sera; mai un atteggiamento o intensità sbagliata in ogni serata in mezzo anche al vento, gelo. Un Gruppo in cui i problemi non sono mai stati di casa, che ha saputo unirsi e divertirsi anche fuori dal campo. Un Gruppo sano, guidato da un nucleo di Uomini Veri che hanno saputo compattarsi da subito e lottare, comunque, a discapito di ogni risultato, situazione, avversità che purtroppo possono capitare in stagioni sfortunate e in cui – semplicemente – c’è chi ha fatto meglio. Chapeau. Ora, da semplice tifoso, posso dire di essere orgoglioso di avere avuto quest’anno un Gruppo così, che - con noi in primis - poteva fare di più ma che mai ha lasciato qualcosa d’intentato o peccato in termini di atteggiamento, coesione, principi. Con la speranza, di tornare presto, prestissimo (magari già tra qualche settimana, perché ancora la speranza c’è e dobbiamo crederci), dove la nostra Sestrese merita di stare.
𝗜𝗼 𝗱𝗮 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗼̀ 𝘂𝗻 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝘁𝗶𝗳𝗼𝘀𝗼, 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗦𝗮𝗺𝗽𝗱𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗦𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝘀𝗲.
𝗦𝗲 𝗰𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗶 𝗳𝗮𝗿𝗮̀ 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗲𝗻𝘁𝘂𝘀𝗶𝗮𝘀𝗺𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗹𝗼 𝘃𝗲𝗱𝗿𝗲𝗺𝗼. Ma dovrà accettare un semplice punto inderogabile (in mezzo miei difetti, coerenza e professionalità): che 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗿𝗮' 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝘃𝗲𝗿𝗱𝗲𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮𝘁𝗼 (e blucerchiato 😊).
𝗖𝗶𝗮𝗼 𝗦𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝘀𝗲,
𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝗖𝗨𝗢𝗥𝗘 𝗩𝗘𝗥𝗗𝗘𝗦𝗧𝗘𝗟𝗟𝗔𝗧𝗢.
𝗔𝗟𝗘' 𝗩𝗘𝗥𝗗𝗜. 𝗔𝗟𝗘' 𝗦𝗨𝗖𝗖𝗛𝗜𝗡. 💚
𝓐𝓷𝓭𝓻𝓮𝓪"