Doveva essere un semplice martedì di vigilia di Coppa Italia per il calcio dilettantistico della nostra provincia. È invece la vicenda legata alle scommesse nel mondo del calcio a irrompere prepotentemente sulla scena savonese, precisamente a Finale Ligure.
Lì gioca e ora vive Antonio Esposito, centrocampista classe 1990 scuola Inter (militava nella Primavera nerazzurra l'anno del Triplete di Mourinho) che, secondo quanto riportato dal quotidiano "La Verità", sarebbe quasi suo malgrado la fonte primaria della vicenda che in queste settimane ha scosso la Serie A e la Nazionale di Luciano Spalletti.
Secondo il giornale diretto da Belpietro, Esposito è uno dei possibili futuri protagonisti dell'inchiesta, l'uomo coinvolto da Fabrizio Corona quando quest'ultimo riporta come sua fonte "lo zio di un ex calciatore dell'Inter": il giocatore ora giallorosso finalese avrebbe infatti riportato ai famigliari, tra cui appunto il pluripregiudicato napoletano M.P., nomi di giocatori "ludopatici" tra cui Zaniolo.
Proprio con l'attaccante ora in forza all'Aston Villa, che insieme a Tonali ha dovuto lasciare il ritiro azzurro durante gli attuali impegni di qualificazione europea una volta raggiunto a Coverciano dalle forze dell'ordine per cominciare a rispondere dell'accusa di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, Esposito avrebbe, sempre secondo quanto riportato da "La Verità", i rapporti più stretti.
Oltre all'amicizia col calciatore spezzino, il quale avrebbe ammesso agli inquirenti di giocare a blackjack su piattaforme illegali, i due avrebbero vissuto insieme a Roma (quando il finalese giocava nella Lupa) nella casa di Francesco Totti e per Zaniolo sarebbe stato "un po' amico, un po' factotum, un po' manager".
Secondo quanto riferito dal quotidiano come una rivelazione dello zio, Esposito avrebbe gestito anche una sorta di "bisca clandestina" e la famiglia Zaniolo avrebbe pure aiutato economicamente il calciatore ex anche dello Sporting Recco che, nella capitale e secondo fonti riportate anche da Dagospia, avrebbe fatto quello che in gergo si definisce «banco» delle scommesse, perdendo circa 200mila euro e finendo anche, pare, malmenato.