Dopo un primo tentativo andato a vuoto, la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) sarebbe tornata alla carica, proponendo alla Lega Serie A e all’AIC (Associazione Italiana Calciatori) di utilizzare l’1% del ricavato dei bookmakers per dare vita a un fondo con lo scopo di salvare il sistema-calcio dal fallimento.
Secondo i calcoli fatti dalla FIGC, la quota ricavata si aggirerebbe sui 100 milioni di euro, per l’appunto l’1% del volume di 10 miliardi di euro stimati. La soluzione permetterebbe al calcio di respirare, pur senza pesare in maniera diretta sul Governo Conte, già alle prese con numerosi problemi per sbloccare flussi di denaro atti da una parte a tutelare i lavoratori a casa, dall’altra a far ripartire l’economia dopo la fine dell’emergenza Coronavirus.
Ma come avverrebbe questo “prelievo” dell’1%? L’ipotesi lanciata dalla Federcalcio sarebbe quella di avvalersi del diritto d’autore, che le squadre cederebbero agli organizzatori degli eventi sui quali i bookmakers organizzano e gestiscono le scommesse. Qualora la proposta della FIGC venisse accettata dalle parti in causa, Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora incluso, la palla – è proprio il caso di dirlo – passerebbe alle aziende di scommesse.
Le quali sono alle prese, come tutti, con i problemi causati dal Covid-19, che di fatto ha chiuso anzitempo la stagione di moltissimi sport. Il calcio, pur nutrendo ancora speranze di portare a termine le competizioni sospese, al momento è fermo in quasi tutto il mondo, con qualche eccezione.
Uno stop che ha inevitabilmente ridimensionato le entrate dei bookmakers, il cui volume è dettato proprio dal calcio, sport nazionale in moltissimi Paesi. Al momento, tra i campionati professionistici sono attivi soltanto la Vysshaya Liga (il campionato di calcio bielorusso) e la Primera Liga (l’equivalente del Nicaragua della nostra Serie A), campionati dove è possibile scommettere.
Ad ogni modo, difficilmente la proposta della FIGC troverà sbocchi concreti. Anche perché non tutti sono d’accordo. Per un Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che si dice disposto a parlarne, c’è un Massimo Cellino, presidente del Brescia, che intervenuto alla trasmissione “Tutti convocati” di Radio 24 è stato piuttosto categorico, affermando: “Come si fa ad andare da un ministro che non ha mai giocato a pallone, o gestito una squadra di calcio, e chiedere la percentuale sulle scommesse?”.