Altri sport - 11 luglio 2019, 07:00

Calcioscommesse: se i calciatori scommettono sulle partite che giocano

Con oltre 2 miliardi di fatturato annuo nella sola Italia, le scommesse sportive sono parte inscindibile dell’evento sportivo e l’entusiasmo sale quando lo sport in questione è il calcio.

Calcioscommesse: se i calciatori scommettono sulle partite che giocano

Con oltre 2 miliardi di fatturato annuo nella sola Italia, le scommesse sportive sono parte inscindibile dell’evento sportivo e l’entusiasmo sale quando lo sport in questione è il calcio. Scommettere su partite, tornei e campionati fa gola non solo ai tifosi ma anche a giocatori di spicco, tanto da piazzare scommettere sulle stesse partite in cui giocano nonostante esistano norme precise che impediscono a giocatori, allenatori e tecnici sportivi di scommettere sugli eventi che coinvolgono la loro squadra. 

Sospensione per scommesse: il caso York City

Dopo lo scandalo tutto italiano del calcioscommesse del 2011, il caso più recente è quello di Joshua King, calciatore dello York City, che nell’arco di due sole stagioni ha piazzato quasi 150 scommesse, molte delle quali riguardanti la propria squadra e partite in cui lui stesso avrebbe giocato. King è stato dunque sospeso dalla Federazione perché colpevole di aver violato l’ottava regola della FA. 

Joshua King non è stato l’unico del York City a scommettere direttamente dalla panchina. Anche il centrocampista Michael Woods, il portiere Ryan Whitely e il vice allenatore Micky Cummins hanno violato la stessa regola andando anche loro incontro a numerosi provvedimenti. 

La legge italiana sulle scommesse sportive

Così come la federazione inglese che si è occupata del caso York City, anche le altre federazioni calcistiche, comprese quelle italiane, prevedono regole e sanzioni per regolamentare le scommesse e vietare il betting all’interno dei club calcistici. 

In Italia, è l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva a vietare ai giocatori e all’interno staff della società sportiva di accettare o piazzare in prima persona scommesse sulle competizioni FIFA, UEFA e FICG. In ambito giovanile e dilettantistico le restrizioni sono meno severe rispetto a quelle applicate in ambito professionistico e si limitano a vietare ai tesserati di scommettere sugli eventi nei quali sono direttamente coinvolti.

Per il giocatore che viola il divieto di scommettere, come accaduto nel caso di Joshua King, sono previste specifiche sanzioni: squalifica non inferiore ai tre anni e pagamento di una multa di almeno 25.000 euro.

Quando invece è l’intera società sportiva a violare l’articolo 24, allora deve perdere uno o più punti in classifica o essere retrocessa fino all’ultima posizione del campionato. Se la situazione è particolarmente grave si può arrivare anche all’eliminazione dal campionato o alla revoca del titolo di vincitore o di campione d’Italia. 

L’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva prosegue specificando chiaramente che chiunque si trovi in possesso d’informazioni riguardanti una violazione dell’articolo in questione è tenuto a presentare denuncia presso la procura federale. Per chi viola tale obbligo sono previste importanti sanzioni che vanno dalla squalifica per almeno sei mesi al pagamento di un’ingente multa. 

Occorre precisare che la legislazione italiana vieta sempre e comunque le scommesse presso operatori non autorizzati, mentre è consentito puntare su casino online e portali di gioco legali e sicuri, autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Richy Garino

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