Calcio - 13 febbraio 2025, 10:57

Calcio. L'Albenga e il principio di realtà

mister Massa ha difeso il proprio lavoro, ma è arrivata immediata la replica dei tifosi

La chiamano “Arbenga (con la e rigorosamente larga) a nescia” e anche a livello calcistico la Città delle Torri riesce a rappresentare un vero e proprio unicum.

Nel panorama ponentino resta infatti uno dei pochi luoghi in cui, tra le strade e nei bar, le sorti delle formazioni cittadine vengono discusse come se il tempo si fosse congelato all’epoca pre social.

Lo si capisce anche dai rapporti costruiti da chi i campi li ha calcati in prima battuta, partendo dal Riva, passando per il Massabò e Lusignano, cementando rapporti umani e di amicizia che, dai primi calci nei settori giovanili, si sono estesi fuori dal campo e nella vita di tutti i giorni.

In contesto simile, dove una piuma che cade al Riva si trasforma in un un terremoto in via Ricci, si comprende per quale motivo le difficoltà dell’Albenga stiano generando una eco così profonda in tutta la città.

Un fattore forse sottovalutato da chi ha deciso di assumerne le redini la scorsa estate.

Mister Massa negli scorsi giorni ha rotto in parte il silenzio stampa, difendendo il proprio lavoro di fronte ai limiti evidenti dell’organico. Una presa di posizione che sarebbe anche opportuna per un allenatore in una situazione gestionale normale, ma è difficile (censurando ovviamente i gesti incivili) attrarre simpatia ed empatia all’interno di un naufragio di simile proporzioni.

Basta guardarsi attorno alla domenica durante le partite interne dei bianconeri: stadio vuoto, un centinaio di persone ad osservare il match attraverso la griglia dietro la porta, contestazione continua, il settore giovanile annullato, una squadra con dei limiti tecnici evidenti (e quei pochi giocatori con del potenziale a proprio favore non hanno i mezzi per riuscire a esprimerlo), un numero di tesserati che da inizio stagione sfiora la tripla cifra e soprattutto le  sedici sconfitte consecutive in bacheca.

In più se si aggiungono i rapporti mai decollati tra la dirigenza il tessuto cittadino e i media (le uniche note, paradossali, sono arrivate dagli uffici stampa dei procuratori, pronti a esaltare i propri assistiti), ecco come per un tifoso risulti particolarmente complesso esaltarsi per una diagonale corretta, un’inserimento della mezz’ala con i tempi giusti o una marcatura preventiva adeguata. Di fatto impossibile se gli allenamenti vengono svolti a cancelli serrati.La realtà è questa, lontana dalla lavagna tattica, ma vicina a chi tifa Albenga da quando veniva accompagnato dal proprio padre al vecchio Riva.

La chiusura del campionato è ancora distante e questo moralmente pesa, lo si è visto anche nell’ acceso scambio di battute tra lo stesso allenatore e i tifosi durante il 7-0 subìto dal Vado.

Sostenitori che hanno replicato al tecnico in un post attraverso la pagina dei Fedelissimi e che, come risaputo, si stanno organizzando per istituire un’eventuale nuovo club a fine stagione per garantire eventualmente la continuità sportiva.