Non è bastata più di una giornata in casa Rari Nantes Savona per sbollire la rabbia generata da quanto accaduto sabato pomeriggio nel corso del match tra i biancorossi e la Pro Recco. La compagine recchellina ha vinto 12-7 una gara pesantemente condizionata dalla direzione arbitrale ad opera dei signori Alessandro Severo e Arnaldo Petronilli, entrambi di Roma. Troppo decisivo sul risultato finale il peso delle decisioni dei due fischietti, un operato che ha fatto letteralmente imbufalire il club savonese.
Immediatamente dopo la fine della gara il vicepresidente e ds biancorosso Giuseppe Gervasio aveva manifestato tutto lo sdegno del club savonese, con lui anche il presidente Daniele Polti. Poco fa, però, la società savonese ha diffuso una nota stampa firmata oltre che dal massimo dirigente anche da tutto il Consiglio Direttivo.
"La Rari Nantes ha una storia lunga e gloriosa fatta di successi sportivi, produzione di atleti olimpionici sia nella pallanuoto che nel nuoto sincronizzato e di permanenza ininterrotta nella massima serie da più di quarant’anni - si legge nella nota - Tutto questo contando esclusivamente sul duro lavoro, la programmazione, la passione e il senso di appartenenza. Per tutta risposta, la Rari Nantes Savona è stata trattata in maniera inqualificabile dalla coppia arbitrale nell’incontro contro la Pro Recco, dove è stato compiuto un 'delitto' sportivo che non ha precedenti nella storia della pallanuoto italiana. Per di più in modo irreverente e beffardo davanti al nostro pubblico, di gran lunga il più numeroso del campionato, e alla presenza del presidente federale On. Paolo Barelli".
"Atteggiamenti supponenti, irridenti e minacciosi nonché decisioni tra il discutibile e il surreale, sulle quali non temiamo un giudizio indipendente attraverso la prova televisiva, sono stati perpetrati ai nostri danni con incredibili e inaccettabili parzialità e determinazione - proseguono dal club savonese - Così vengono frustrati non solo gli sforzi finanziari ma soprattutto i sogni e le ambizioni di una intera città che, con tenacia, non vuole abdicare alle ambizioni di scudetto dopo già venti anni di monopolio finanziario (in primis) e sportivo (quale conseguenza diretta) di un’unica società. Chiediamo solo rispetto e imparzialità affinché, nel nostro sport da noi tanto amato, si continui a dare speranza e voglia di sognare anche a chi non è il più ricco".
"E’ nostro dovere anche morale pretendere che sia approfondito in ambito federale quanto accaduto affinché siano individuate le responsabilità del caso - continuano dalla Rari - chiediamo l'avvio di una verifica che fornisca in tempi brevi e definiti un riscontro puntuale in merito all'operato dello staff arbitrale. Diversamente la stessa pallanuoto, già abbandonata dal pubblico nella maggioranza delle nostre piscine e dopo lo sgarbo e la protesta Olimpica, dovrà rassegnarsi al ruolo di marginalità che sembra inseguire da tempo con perseveranza masochistica".
"Savona saprà essere più forte anche di queste ingiustizie, i savonesi si stringeranno attorno alla squadra ed alla società, cogliendo una sfida che assume connotati anche morali. A chi ha pensato di poter scoraggiare una squadra, una società, i tifosi, i savonesi, un’intera provincia, il messaggio che inviamo è questo: la nostra determinazione è ulteriormente accresciuta, la passione e l'amore per questo sport ci spinge oltre l'ingiustizia" concludono dalla società del presidente Daniele Polti.