Oggi incontriamo Alberto Rigotto, 50 anni, imprenditore nel settore degli orologi e grande appassionato di ciclismo.
Com'è nato l’amore per la bicicletta ?
La bici è stata sempre parte della mia vita, da quando ero bambino. I miei genitori mi hanno spinto verso il ciclismo fin da piccolo, e così ho cominciato prima con gli allenamenti e poi con le gare. E’ una passione di famiglia che mi ha accompagnato fin qui. Durante la pandemia, è stata proprio la bicicletta a darmi la spinta per non mollare; in un momento difficile per tutti noi.
Come ti sei organizzato prima di partire ?
Mi sono allenato, per riuscire a pedalare in sequenza per molte tappe e poi ho previsto dei “giorni cuscinetto”; così da recuperare la fatica, senza perdere di vista l’itinerario da rispettare. Il mezzo di trasporto, che mi ha accompagnato nell’impresa è stato scelto con cura; si tratta di un modello di “Felice Branca”, rinomato costruttore italiano di qualità. La robustezza e l’affidabilità di queste storiche biciclette, sono risultate fondamentali e perciò ho deciso di dedicare il mio viaggio a questo “Grande Artigiano”. Poi mi sono occupato della spedizione della bici, la difficoltà è stata trovare un contenitore idoneo, e così, mi sono rivolto ad un rivenditore che mi ha aiutato.
Ho stipulato anche un'assicurazione sanitaria, non solo per il Covid, per essere sicuro di potermi curare in strutture private se necessario. Volevo evitare problemi, soprattutto con gli ospedali pubblici sovraccarichi.
Raccontaci il viaggio?
Ad agosto 2021 sono volato ad Atene. Da lì, ho iniziato a pedalare con l’obiettivo di raggiungere Igoumenitsa, dove avrei preso il traghetto per Bari. Ho diviso il viaggio in tappe, pedalando ogni giorno lungo la Grecia occidentale, con il mare che mi accompagnava da un lato e i saliscendi delle colline dall'altro. Il percorso non è stato affatto facile, ma la bellezza dei paesaggi e il senso di libertà che ho provato hanno reso la fatica leggera.
Che impressione ti ha fatto Atene?
Atene è stata una sorpresa piacevolissima e prima di montare in sella, ho deciso di viverla appieno. Un’esperienza a contatto con la cultura locale, dove i sapori della cucina greca, semplici ma autentici, mi hanno conquistato. È una città vibrante, carica di storia, ma anche molto vivibile. È stato il preludio perfetto per la mia avventura.
E la costa?
Meravigliosa, ma impegnativa. L'itinerario non è affatto pianeggiante come molti potrebbero immaginare. Ci sono continui saliscendi, e ogni tanto il percorso si fa davvero duro. Un giorno il mio navigatore mi ha fatto sbagliare strada, e mi sono ritrovato a pedalare sul bagnasciuga, letteralmente in riva al mare! È stato faticoso risalire, ma la vista e l’esperienza in se sono state appaganti; ogni chilometro è stata una nuova scoperta. La traversata, si è sviluppata lungo un tratto piuttosto scenografico: il Golfo di Corinto e la regione dell'Epiro.
Durante il tratto greco, hai incontrato difficoltà?
Ad un certo punto, nei pressi di Agrinio, mi sono trovato con una gomma bucata in mezzo al nulla, dentro al bosco. Avevo appena comprato dei copertoni di scorta in paese, ma non pensavo di doverli usare così presto. Non riuscivo a sistemare bene la ruota ma fortunatamente, il proprietario del negozio di bici, un appassionato come me, è stato molto disponibile e mi ha raggiunto per aiutarmi. La gentilezza greca è qualcosa che non dimenticherò.
L’arrivo sulla Costa Adriatica?
Arrivare in bici a Igoumenitsa è un'esperienza affascinante. Abituato a stare in sella, ho trovato stimolante l'alternanza di pianure e montagne, con la possibilità di esplorare aree storiche e paesaggi naturali. Sono arrivato il giorno prima della partenza del traghetto, perché non volevo correre il rischio di perderlo. Ho avuto tempo di esplorare un po’ la città, che ho trovato molto curiosa. C’è qualcosa di speciale nell’atmosfera dei porti: quel miscuglio di attesa, movimento e calma. Ho cenato, mi sono riposato, e il giorno dopo ero pronto per affrontare la traversata verso Bari.
Ci sono dei luoghi che ti sono è rimasti nel cuore ?
Uno è Matera, senza dubbio. È stata la prima tappa dopo aver traghettato, e fermarmi lì mi ha permesso di esplorare una delle città più affascinanti che abbia mai visto. I sassi, la storia, l’atmosfera… c’è qualcosa di magico che ti fa sentire in un altro tempo. Poi ho incontrato degli amici, che si trovavano in città per altre ragioni, e ciò ha reso ancora più particolare la mia esperienza. Il secondo è la Reggia di Caserta, dove ho avuto un incontro speciale con un amico; lui abita a Milano ma ha origini Casertane, ci eravamo messi d'accordo per incontrarci nella sua terra d’origine. È stato un giorno e mezzo di pura scoperta: abbiamo esplorato la Reggia, che è davvero imponente, e la sera mi ha portato a cena in un posto tipico. Con lui mi sono sentito un "local"’, esplorando la città attraverso i suoi occhi e il suo vissuto personale.
Come si conclude l’avventura?
Oh sì, quella è stata una di quelle serate che non dimenticherò facilmente. Arrivo a Colleferro, alle porte di Roma, dopo una lunga giornata di pedalata sotto un sole cocente; speravo di riposarmi e cenare tranquillamente. Invece quando sono entrato nel Bed & Breakfast, il gestore mi ha informato che: nonostante le restrizioni Covid lo permettessero, lui non offriva né colazione né cena. Stanco morto, sono risalito in bici e sono sceso in strada per cercare qualcosa da mangiare. Poi, a stomaco pieno e ormai al buio, ho dovuto affrontare una salita di circa 7 km per tornare all’alloggio. Non esattamente il finale di viaggio che speravo, ma forse fa parte del gioco.
Perché partire durante la pandemia?
La risposta è semplice: non volevo rinunciare a viaggiare. Mi è sempre piaciuto vivere avventure itineranti e scoprire nuovi orizzonti. Durante la pandemia, spostarsi in gruppo era praticamente impossibile, ma non volevo restare fermo. Così ho deciso di creare un percorso su misura per me, evitando i luoghi troppo affollati e immergendomi nella bellezza di un’esperienza in solitaria. Viaggiare da solo ti dà una libertà incredibile: puoi seguire i tuoi ritmi e fermarti quando ti pare. È stato molto intimo, e ne avevo proprio bisogno. Sono tornato a casa con una sensazione di gratitudine e con la consapevolezza che, anche nei momenti più complicati, vale sempre la pena inseguire i propri sogni. Oltre 1500 km, percorsi in bici in quel periodo, sono stati una vera liberazione!
Un “viaggio” nel cassetto?
Beh, un'idea che ho da un po' di tempo è fare Milano - Istanbul in bici. Sarebbe incredibile attraversare l'Italia del nord, passando per Venezia, Trieste, poi oltrepassare i confini della Slovenia e della Serbia, fino a raggiungere la meta. Ciò che mi affascina, credo sia l'idea d’incontrare culture e paesaggi completamente diversi; dalla modernità di Milano alla storia millenaria di Istanbul. Ogni chilometro che racconta una storia diversa, ogni confine varcato che apre nuove prospettive. Non so ancora se e quando riuscirò a realizzarlo, ma è un sogno che mi tengo stretto nel cuore .
IN & OUT ATENE >ROMA (IN BICI)
porta con te
- Un K- Way
- Una Power Bank
- La voglia di faticare
Lascia a casa
- Un paio di scarpe in più
- La camicia a maniche lunghe
- La rigidità
Valutazione: 4 zaini
Legenda:
1 zaino (non vale il viaggio)
2 zaini (meglio andarci in vacanza)
3 zaini (vale il viaggio ma..)
4 zaini (viaggio da non perdere)
5 zaini (vale più di un viaggio)