E' terminata pochi giorni fa l'avventura vissuta da dietro la scrivania di Flavio Ferraro. Un percorso concluso al meglio, con la promozione in Serie D della Cairese, ma che si è interrotto nonostante l'allenatore valbormidese sembrasse davvero vicino ad assumere la guida della Juniores Nazionale. Il tecnico ha salutato il Brin senza rancore, ma consapevole di aver dato il proprio contributo per il raggiungimento della quarta serie come direttore tecnico.
Mister, a giugno inoltrato è stato agguantato un obiettivo che nel momento del suo arrivo sembrava quasi impossibile. Com'è nata la possibilità di assumere un incarico per lei inedito?
"I dialoghi con la società sono intercorsi in un periodo non semplice. Alle spalle c'erano due sconftte interne e serviva una figura che potesse fare da collante tra società e squadra. Da parte mia sono entrato in punta di piedi, garantendo al contempo una presenza assidua e costante. Col tempo si è creata una buona atmosfera con i giocatori e anche con mister Boschetto abbiamo costruito un rapporto che negli ultimi due mesi è diventato ottimale. L'obiettivo è stato centrato ed è stato bello anche vedersi riconoscere i propri meriti".
La sensazione, dall'esterno, è che soprattutto i giocatori abbiano serrato i ranghi nel momento cruciale. Dopo le battaglie playoff con Pietra Ligure e Rivasamba tutto il potenziale dell'organico ha trovato riscontro sul campo.
"Nessuno ha mai avuto dubbi sul valore tecnico della rosa. Dopo Recco avevo dichiarato pubblicamente che la Cairese, anche ai playoff, se la sarebbe potuta giocare con qualsiasi squadra in Italia. Da parte mia ho provato a far capire ai ragazzi come, pur arrivando terzi in campionato, avessero l'occasione di raggiungere la Serie D attraverso un percorso non agevole, ma davvero bello e affascinante. La squadra poi è stata eccezionale a compattarsi, soprattutto i giocatori più esperti hanno dimostrato una professionalità impeccabile".
I motivi della separazione? A un certo momento la nomina alla guida della Juniores appariva più che probabile.
"Per quanto riguarda il ruolo di direttore tecnico, la società mi ha comunicato che questo tipo di figura in Serie D non era prevista e con grande serenità ho accettato la loro decisione.
Sulla Juniores ci sono state delle interlocuzioni, poi i programmi sono cambiati e non se ne è fatto più nulla. Lavorare con i giovani mi avrebbe fatto piacere, del resto ho allenato la Berretti a Vado e Carcare e per due anni sono stato il selezionatore della Rappresentativa Juniores".
Il futuro? Il ritorno in panchina è imminente o la strada dirigenziale può essere ancora battuta?
"Forse la logica dovrebbe spingermi a considerare di continuare su un percorso di natura dirigenziale, ma la passione per il lavoro sul campo resta inalterata. Attendo con tranquillità un' occasione interessante: parlare di progetti, data la situazione generale, sarebbe pretenzioso, ma con le giuste condizioni sono pronto a tornare in pista".