Volley - 14 giugno 2024, 18:40

PROGETTO CAMPIONI. Passione e perseveranza, la via verso il professionismo: conosciamo Giada Di Mario

Giada condivide con noi il suo percorso sportivo

 

Continua l’appuntamento periodico con una nuova rubrica all’interno dei quotidiani del nostro gruppo editoriale Morenews: Progetto Campioni. 
 

Paola Mascherin ci racconterà i profili dei giovani atleti più interessanti del nord ovest, per provenienza o militanza. 
 

Oggi conosciamo Giada Di Mario, pallavolista classe 2004 della Wash4green Pinerolo. Un'intervista emozionante sulla forza di volontà, il sacrificio e il cammino verso l'eccellenza nel mondo della pallavolo. La storia di un grande sogno e di una ragazza determinata a raggiungerlo. 


 

Giada, cosa ti ha spinto ad iniziare questo sport?

“Mi sono appassionata di questo sport insieme a mia sorella. La mia prima società è stata il Volleyrò Casal Dei Pazzi che mi ha fatto conoscere una realtà diversa da quella del minivolley. Il mio primo “vero” successo a livello giovanile è arrivato a 14 anni, ho vinto prima il campionato regionale e poi lo scudetto U14 della stagione 2017-2018. Queste sono state le prime soddisfazioni e mi hanno fatto innamorare della pallavolo ancora di più.”

Hai dei modelli o degli atleti che ammiri e che ti ispirano?

“Si, li ho sempre avuti. La pallavolo è una passione che coltivo fin da piccola e la guardavo in televisione. Adesso che faccio il libero uno dei miei idoli è sicuramente Monica De Gennaro e spero un giorno di arrivare a quei livelli lì.”

Come bilanci gli impegni sportivi con la tua vita quotidiana? 

“Non è per niente semplice. Io vivendo a Roma ho avuto la fortuna di avere una realtà come quella del Volleyrò vicino a casa, avevo la mia famiglia e la scuola ma comunque i sacrifici li ho dovuti fare come tutti. Ad esempio, non vedere gli amici e studiare fino a tardi perché il pomeriggio ero ad allenamento, ma per fare pallavolo questo e altro. Adesso vivendo fuori casa è un po’ più difficile ma riesco comunque a bilanciarmi bene. Sono riuscita a vincere una borsa di studio alla LUISS e quindi sono esentata dall’obbligo di frequenza. Studio da sola, è difficile ma mi impegno, sullo studio sono sempre stata una ragazza molto seria. Per me è importante avere un piano b nella vita, sono sacrifici in più che secondo me devono essere fatti.”

Lo studio e lo sport hanno sempre avuto la stessa importanza per te?

“Si, i miei genitori mi hanno insegnato che studio e sport vanno sempre di pari passo. La pallavolo è una passione, il mio sogno e lo studio non deve impedirmi di realizzare i miei sogni, al contrario, continuare a studiare per me è una scelta. Nella vita non si sa mai, il sogno potrebbe finire o io stessa potrei decidere di cambiare percorso e prendere altre strade. Il futuro è imprevedibile, per questo motivo porto avanti entrambi con la stessa dedizione. Io studio giurisprudenza, non è facile ma sono sicura che mi porterà delle soddisfazioni.”

Come descriveresti il rapporto e la dinamica con le tue compagne di squadra?

“La pallavolo è uno sport di squadra, quindi, inevitabilmente è una collaborazione durante tutto il corso della stagione. Con le compagne si creano sintonie che si costruiscono nel corso del tempo, dentro e fuori dal campo. Ovviamente è normale legarsi maggiormente a qualcuna in particolare ma l’importante è fare gruppo, bisogna lasciare da parte i problemi e collaborare. Le mie amicizie più importanti sono quelle nate grazie allo sport, la pallavolo ti lega e ti permette di vivere emozioni che nella vita normale non vivi. La parte migliore è poterle condividere con gli altri.”

Quali sono i valori principali che hai imparato dalla pallavolo?

“La pallavolo mi ha fatto crescere non solo a livello tecnico ma anche umano. Lo sport mi ha trasmesso i valori dell’amicizia, del sacrificio, del dovere, della condivisione e della perseveranza. Inoltre, mi ha fatto capire quanto sia importante la mia famiglia, se sono arrivata fin qui è anche grazie a loro che si sono sacrificati con me.”

Come gestisci la pressione durante i momenti critici?

“Personalmente devo dire che sotto pressione lavoro meglio, forse perché ho un obiettivo da raggiungere e per il carattere che ho devo riuscirci. Penso che sia fondamentale non farsi sottomettere dalla pressione perché è una cosa che deriva solo da sé stessi. Bisogna stare tranquilli e divertirsi, che è la cosa più importante.”

Cosa ti piace di più della pallavolo?

“Mi piace l’ambiente in cui ormai vivo da anni, le amicizie che si creano e i rapporti. È uno sport che a differenza degli altri mi diverte, poi giocare in campo è qualcosa che non riesco a spiegare, adrenalina pura.”

Cosa diresti e consiglieresti ai giovani che come te ambiscono a intraprendere una carriera sportiva?

“Il mio consiglio è quello di non mollare mai, soprattutto quando tutto sembra difficile. L’anno a Pinerolo è stato il mio primo anno lontano da casa, avevo molti dubbi però se avessi mollato sarei stata mangiata dai rimorsi. Mi sono fatta forza e sono andata avanti anche nei momenti più difficili, quando mi mancava la mia vita a Roma o non mi sentivo all’altezza del mio primo anno in Serie A1.”

Qual è la differenza fra vittoria e sconfitta?

“In realtà ogni partita vinta o persa che sia è sempre importante, anzi a volte sono proprio le sconfitte ad insegnarti di più e a farti crescere. Certo, vincere è sempre bello però a volte le sconfitte servono a farti capire il valore dello sport e come ci si rialza.”


 


 

Pensi di essere nata con un talento?

“No, però penso di essere stata brava a lavorare ogni giorno per il mio sogno e a volte me lo devo riconoscere. Sono diventata quello che sono con costanza e voglia di crescere. Sono molto severa con me stessa, non mi sono mai riconosciuta tutta la strada che ho fatto. Essere in Serie A1 alla mia età è un bellissimo traguardo ma non mi accontento mai, voglio dimostrare a me stessa di poter riuscire a fare di più.”

Quali sono gli aspetti del gioco di squadra che ritieni fondamentali per avere successo?

“Sicuramente la comunicazione, per me senza non si va da nessuna parte. Poi sapersi divertire è importante, lo sport si è una passione, ma se lo si fa senza divertimento e senza la voglia di stare in campo con il sorriso non è la stessa cosa.”

Che significato ha la pallavolo per te?

“È uno dei capitoli più importanti della mia vita e spero di portalo il più avanti possibile. Ha avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita umana oltre che tecnica. Andare a vivere da soli, lontano da casa, alla mia età è un'esperienza che ti fa crescere e maturare tanto.”

Come consigli di superare un momento buio?

“A me fa molto bene parlarne con le persone a me care e che ritengo importanti. Esternare i problemi ed esprimere ciò che si sente aiuta tanto a esprimersi al meglio in campo con un sorriso. Bisogna sempre credere di potercela fare.”

Come ti fa sentire stare in campo e giocare?

“Mi fa sentire spensierata, non penso a niente se non a giocare. Per me è come una scappatoia dalla vita, mi fa sentire leggera.”

Qual è il ricordo più bello che hai della pallavolo?

“Ne ho tanti, pensandoci direi sicuramente l’esordio in A1, è stato il mio primo grande obiettivo raggiunto, un sogno. Ho molto a cuore anche tutte le giovanili al Volleyrò, mi hanno formato come giocatrice e sono stati la mia seconda famiglia. Lo sono tutt’ora, mi hanno preso quando avevo 12 anni e mi hanno fatto crescere sia come atleta ma soprattutto come persona. Gliene sono molto grata.”

Paola Mascherin