Calcio - 13 maggio 2024, 07:20

Calcio. Cairese, qualcosa da giudicare c'è...

I valbormidesi, non senza difficoltà, hanno saputo arrivare alla fase nazionale dei playoff. Determinante l'apporto dei giocatori

L’ultima diga, posta dai confini regionali, è stata abbattuta.

Ora la Cairese può volgere il proprio sguardo a nord, in attesa di capire chi tra il Mapello e il Leon incrocerà il cammino dei valbormidesi verso l’ultimo atto degli spareggi playoff. 

C’è però un minimo comune denominatore che ha accompagnato la doppia sfida con Pietra Ligure e Rivasamba e che, quasi paradossalmente, acquisisce ancor più forza dalle difficoltà riscontrate dai gialloblu nell’arco degli ultimi 10 giorni.

E’ una percezione che è corretto rimarcare, al netto della cesura tra la proprietà e la nostra redazione, ed è la volontà ferrea con la quale i giocatori sono rimasti aggrappati a entrambe le partite, riuscendo alla fine a vincerle entrambe.

La Cairese, pur non avendola visionata con costanza durante il campionato per le note vicende (da qui il non giudicabile nel pagellone invernale, ma travisato da alcuni), è ben lontana dal generare quel potenziale che, in un’ipotetica somma algebrica, ogni singolo calciatore potrebbe garantire. Di fatto la rosa è stata strutturata con buona parte dei migliori protagonisti che il calcio locale ha saputo offrire negli ultimi anni, ma se tecnicamente la squadra non ha saputo mettere a terra tutti i cavalli a disposizione (per molteplici motivi), quegli stessi giocatori sono rimasti fedeli al loro modo di interpretare il calcio: una sorta di amor proprio verso sé stessi e lo sport che praticano. 

Tante volte quando un canale ufficialmente viene chiuso, resta aperta una piccola valvola di sfogo, dove si palesano in maniera ancor più franca aspirazioni, dubbi o addirittura malesseri.

Refoli a velare vere e proprie buriane.

Su ciò su cui rifletterà la dirigenza della Cairese, terminata la stagione, si avrà modo di scoprirlo, per il momento il mastice per mantenere i ranghi serrati o il carburante necessario per continuare a percorrere la strada verso la D, sembra poter arrivare da chi in questo momento è protagonista sul rettangolo verde.

Lo si è visto dal sostegno che ha ricevuto Scalvini dopo l’errore che ha portato i calafati momentaneamente sul 2-1, dagli incitamenti di Lazzaretti verso il neoentrato Thomas Graziani, oppure nella tenacia di un Hernandez che, unica punta di ruolo, ha dovuto reggere con fatica l’intero fronte offensivo per l’assenza dello squalificato Sogno, fino a guadagnarsi il rigore decisivo. 

Nota negativa di ieri è stata l’assenza di un vero e proprio supporto da parte della tifoseria gialloblu. In settimana la società aveva comunicato l’organizzazione di un bus da 30 posti, ma a conti fatti non si è percepita quella spinta necessaria per una squadra in lotta verso il massimo campionato dilettantistico nazionale. 

Anche in quest’ottica non manca il lavoro da fare. Ci sono tante persone che vogliono bene alla Cairese dentro e fuori le mura del Brin: trasformarla in un’enclave, in una sorta di piccola Avignone, potrebbe però non essere sufficiente a bilanciare anche le possibili, e tanto attese, soddisfazioni sul campo.