Il mondo dilettantistico, in ogni sua componente, ha accolto con un certo senso di sorpresa la decisione della Corte di Appello Federale, pronta a ridurre in maniera decisa le sanzioni comminate a Daniele Puddu e Sergio Halaj.
Andando a memoria, è a dir poco raro infatti ritrovare il numero delle giornate di squalifica tagliate praticamente a un terzo, segno tangibile di una fortissima discontinuità rispetto alle scelte intraprese da parte del Giudice Sportivo.
Purtroppo, all’interno del dispositivo della Corte, non è stata espresso il perchè di un abbassamento così palese, anche se, spulciando tra le normative, è probabile che i termini utilizzati sul rettangolo verde siano stati “declassati” da discriminatori a ingiuriosi.
Qui si apre un fronte interessante in tema di diritto: come si valuta il peso di una singola parola pronunciata all’interno del rettangolo verde (e qui è pane quotidiano per i giuristi), anche per evitare il balletto tra i vari gradi di giustizia sportiva di settimana in settimana? Un caso simile è emerso nuovamente ieri, con i dieci turni inflitti a Cavagnaro del Rivasamba: pur non sapendo quanto appuntato dall’arbitro nel referto, si andrà nuovamente verso un forte sconto di pena?
Tanti sono i punti interrogativi, soprattutto su quanto potrebbe avvenire nella prossima stagione. C’è chi si chiede infatti se le decisioni della Corte d’Appello siano prodromiche a una riproporzionamento delle squalifiche, dopo il ping pong di queste ultime settimane.
Valutazioni che, come spesso accade, purtroppo sono lontane dalle sensibilità dei club e di solito relegate agli appassionati e ai professionisti nel mondo del diritto sportivo.
Una tale distonia tra Giudice Sportivo e Corte d’Appello crea però dei punti di domanda non da poco, che, inevitabilmente, dovranno essere sciolti nelle settimane a venire.