Non si può dire che ci fossero tutti, compresi tantissimi tifosi in arrivo dalla provincia di Savona, ma sicuramente chi ieri sera ha potuto accaparrarsi uno dei biglietti per l'evento che celebrava i 100 anni di proprietà Agnelli alla guida della Juventus, potrà dire di aver vissuto un paio d'ore "storiche". In tutti i sensi.
Al PalaOlimpico di piazza d'Armi, infatti, si sono ritrovati alcuni degli idoli della storia recente della Juventus. Quella di Marcello Lippi, dell'ultima Champions e della coppa Intercontinentale, ma anche quella recente dei 9 scudetti di fila. E l'applausometro - ancora una volta - non ha lasciato dubbi: il popolo bianconero ha tutti i campioni nel cuore, ma uno soltanto svetta sugli altri e il suo nome è Alessandro Del Piero.
Quello che proprio l'Avvocato Agnelli ha ribattezzato (per sempre) Pinturicchio è stato infatti il protagonista più applaudito della partita a campo ridotto all'interno del Palazzetto, che in attesa del tennis e dopo basket e concerti ieri si è trasformato in una specie di Allianz stadium in miniatura.
Musica, luci, suoni, suggestioni. Ma poi tutto si è trasformato in una colossale partita di calcetto tra amici. Solo che, quegli amici, in bacheca hanno scudetti, coppe dei Campioni e alcuni Palloni d'oro.
Dalla Juve di Lippi ai 9 scudetti di fila
Due, in particolare, le generazioni rappresentate sul campo: quella della Juve di Lippi e quella dei nove scudetti di fila. Ed ecco Angelo Peruzzi, in porta, con qualche chilo in più, ma la solita simpatia. E poi Moreno Torricellli, Massimo Carrera, Paolo Montero, Ciro Ferrara (che ha sorriso commentando "è un po' che non ricevevo applausi", dopo il suo ingresso), Gianluca Pessotto, ma anche Antonio Conte. Un tempo capitano, poi allenatore della riscossa, infine sulla panchina degli "odiati" interisti, ma ieri tornato all'ovile, tra il tripudio della gente. Sull'ipotesi della panchina del Napoli, al momento, ha preferito glissare. Due gol per Mark Iuliano, uno che con la rete avversaria, in gioventù, non ha mai avuto grande dimestichezza. Numeri e atletismo vecchi tempi per Edgar Davids, mentre Angelo Di Livio si è ritrovato ad arare la fascia come abitudine consolidata.
La sfilata dei numeri 10
E poi Zinedine Zidane, che si è trovato fianco a fianco con un certo Michel Platini. Quello che in tanti ragazzi hanno sempre e solo visto indicato sui poster, dai propri genitori, ma che ieri non è voluto mancare, unico collegamento con la storia gloriosa della Juve degi anni Ottanta. A chiudere la trafila dei numeri Dieci (Zidane il 21, ma 10 sulla carta), Alessandro Del Piero, appunto, accolto nel tripudio e celebrato per tutta la serata. Tanti - senza nemmeno nasconderlo - lo vorrebbero sulla poltrona di presidente, in un futuro non troppo lontano. Lui, per ora, sorride e si schernisce. Un momento di commozione è scattato al minuto numero 9: il numero che portava sulla maglia Gianluca Vialli. Tutti fermi, applausi, il coro che lo ha sempre accompagnato. "Ohi ohi ohi, Luca Vialli segna per noi". E le lacrime hanno preso il posto del sudore, sui visi di chi era in campo. E non solo.
Marchisio ancora al top
Tra gli eroi dei nove scudetti di fila, invece (tra Conte, appunto, Allegri e l'ultimo Sarri), c'erano il "mitra" Alessandro Matri, Simone Pepe (acciaccato dal padel, ma presente), Andrea Barzagli, Marco Storari, Pat Evra e un Mario Mandzukic che non ha dispensato sorrisi, come al solito. Ma che è stato accolto come una divinità dalla folla. Il più in forma, ancora il "Principino" Claudio Marchisio, che è quello che ha appeso da meno tempo gli scarpini al chiodo.
Allegri, John Elkann e gli assenti
In panchina proprio Marcello Lippi, che si è poi avvicinato a Massimiliano Allegri per i saluti finali. Proprio Allegri ha raccolto applausi, ma anche qualche piccolo dissenso, segno di un amore che in questi anni sta vivendo un ritorno non esattamente di fiamma. A fare gli onori di casa, John Elkann, proprietario della Vecchia Signora tramite Exor ed erede della dinastia Agnelli.
Tra gli assenti, però, oltre a Gianluigi Buffon, proprio quegli Andrea Agnelli e Pavel Nedved con cui - il rapporto con la Juventus - si è interrotto in maniera piuttosto brusca, per il caso plusvalenze e le dimissioni del cda. Ma quella di ieri sera doveva essere ed è stata una serata di festa. Quasi come l'inaugurazione dell'Allianz stadium, tanti anni fa. La nuova Juve, riparte anche da qui. Magari con Del Piero sulla poltrona più alta della dirigenza. E Gianluca Vialli nel cuore.