La Federazione Italiana Calcio spesso si dimentica dell’esistenza delle sezioni dilettantistiche e delle leghe minori, poiché naturalmente generano introiti di gran lunga inferiori a Serie A, B e Lega Pro, lasciando squadre e giocatori a dover gestire problemi finanziari e sanitari senza alcun aiuto. Va ricordato però che le categorie del calcio dilettantistico sono le fondamenta alla base del gioco in Italia: in queste squadre nascono centinaia di nuovi talenti ogni anno, attorno a questi team si stringono intere comunità, a cui viene offerto un meraviglioso spettacolo, oltre che attività sportive, anche nei paesi meno popolati o famosi della nostra penisola.
Le richieste della FIGC al Governo
Dopo aver nascosto la testa nella sabbia per anni, la FIGC decide di riemergere dal letargo e ritornare a sostenere il calcio dilettantistico, scrivendo una lettera aperta al ministro dell’Economia Franco per richiedere aiuti e fondi, che permettano di far fronte agli enormi aumenti dei costi energetici e di gestione registrati negli ultimi mesi. La decisione della FIGC è stata forse spinta anche dal fatto che il giro di scommesse sul calcio dilettantistico è in continuo aumento e sono sempre in maggior numero i siti online che offrono la possibilità di puntare sui campionati minori; se siete interessati, qui potete trovarne una lista.
In Italia, sono oltre 11.500 le squadre dilettantistiche in attività e molte di queste rischiano di dover chiudere i battenti, prima a causa dei problemi legati alla pandemia e poi per gli aumenti dei costi gestionali. Le attività calcistiche offrono lavoro a migliaia di persone ogni anno e rappresentano anche un trampolino di lancio importante per i giovani talenti del nostro Paese. Insomma, i campionati minori sono il caposaldo del calcio italiano e, senza di essi, non potrebbero esistere Serie A, B e Lega Pro. Senza investimenti da parte della Federazione e del Governo, le piccole squadre di paese non riusciranno a continuare la propria attività; molte sono già state costrette a ritirarsi dai campionati, poiché obbligate a sostenere da sole il costo dei controlli sanitari e la mancanza di entrate dovute alla chiusura degli stadi. I campionati dilettantistici, infatti, non beneficiano di contratti televisivi milionari e devono sopravvivere con le donazioni dei tifosi e dei contratti pubblicitari locali, spesso poco lucrativi.
Misure non adeguate riusciranno a salvare lo sport?
Finora le misure del Governo sono state sporadiche, mal gestite e non sufficienti a risollevare un settore dello sport in grave crisi da ormai un decennio.
La lettera ufficiale della Federcalcio conferma che senza urgenti misure e aiuti governativi, il rincaro delle bollette paralizzerà completamente i campionati giovanili e dilettantistici portando numerosi club alla bancarotta. Giancarlo Abete e Gabriele Gravina continuano richiedendo un intervento rapido e mirato per salvare rapidamente tutte le squadre a rischio di fallimento.
Gravina ha spiegato come il calcio a livello dilettantistico nasca dalla passione per lo sport e come il blocco di queste attività danneggerebbe inesorabilmente il tessuto sociale di tutte le realtà afflitte, oltre che il futuro dell’intero calcio italiano.
Nonostante i ringraziamenti rivolti agli aiuti stanziati finora, Gravina ha sottolineato come non ci si possa limitare a quanto fatto in passato, ma ci sia estremo bisogno di porre attenzione al futuro del calcio, soprattutto al settore giovanile, portando sotto i riflettori i problemi delle realtà minori.
Per garantire la continuazione delle attività calcistiche ci sarà quindi bisogno di manovre importanti da parte del Governo italiano ma siamo certi che, nonostante le difficoltà, lo sport più bello del mondo continuerà a venire giocato in ogni angolo d’Italia e la passione dei cittadini sosterrà le squadre, riempiendo nuovamente gli stadi di tifosi quanto prima possibile.