Buongiorno, sono un giocatore ma soprattutto un appassionato di calcio.
Calcio che ho sempre suddiviso in due grandi categorie, quello professionistico e quello dilettantistico.
Testate come la vostra mi aiutano a seguire e ad aggiornarmi su quel calcio che, a differenza dei professionisti, sa raccontare storie fatte di sogni, passione e sacrifici.
Proprio in questi giorni "impazza" il calciomercato dilettantistico e, leggendo sulla vostra e anche altre pagine, noto talmente tanti movimenti da farmi sorgere più di una domanda.
Parto dicendo che, nella mia "carriera" di giocatore modesto, ho sostanzialmente vestito tre maglie, dal settore giovanile ad arrivare ad oggi che ho quasi 32 anni. Si parla di 28 anni di onesto servizio!
Io vedo oggi, anche ai nostri livelli, squadre che mutano a dicembre per 7-8 undicesimi, giocatori che in due stagioni vestono quattro casacche, continui avvicendamenti di giocatori anche anche tra società storicamente rivali.
Ora, senza giudicare e, capendo che in un mondo dove trovare lavoro è sempre più difficile, il "rimborso" più cospicuo e la proposta maggiormente allettante possa, in qualche modo, far vacillare i miei colleghi calciatori (dilettanti) ma, mi chiedo sempre più spesso come sia possibile non innamorarsi, affezionarsi ad una realtà e condividerne gioie e dolori.
Com'è possibile che sempre meno persone sposino un progetto a lungo termine?? com'è possibile che, valori come "difendere una maglia", "difendere i colori di una città" stiano perdendo così tanto d'importanza???
Ecco che torniamo al mio discorso iniziale....quante volte si sente dire, nel calcio professionistico, non ci sono più le bandiere??
Ecco forse il calcio professionistico e quello dilettantistico stanno iniziando ad assomigliarsi....ma nel loro lato peggiore....