L'uomo più atteso nella partita più attesa. Tensioni? Zero. Edo Capra non si smentisce mai: l'attaccante del Vado sta affrontando con il suo tipico spirito disincantato, caratteristica intrinseca di chi si diverte davvero a giocare a pallone, le ultime ore che separano i rossoblu dalla sfida del “Felice Borel” contro i giallorossi di Buttu, formazione dove è cresciuto e in cui ha militato fino all'anno scorso.
Edo, manca ormai davvero poco alla partita di domenica. Per Olivieri e Recagno immagino sia particolarmente sentita, ma per te, che sei anche finalese, l'atmosfera dev'essere assolutamente unica.
“Ne stiamo parlando nello spogliatoio da giorni, c'è davvero voglia di far bene, per noi e per il Vado. Torneremo in un campo dove abbiamo raccolto tante gioie, speriamo continui a regalarcene anche con la maglia rossoblu...”.
Sancinito ieri ti ha tirato in ballo qui su Svsport.it. Intendi rispondergli?
“Lo avverto già, chi perde paga la cena della prossima settimana! Davide è un grande amico, ma come ha giustamente detto, domenica ognuno farà la sua partita. Gli auguro quantomeno di andare ai playoff, sono un'esperienza estremamente stimolante...”.
Atmosfera serena quindi.
“Chiaro, stiamo parlando di una partita di calcio, che tra l'altro non sarà nemmeno decisiva, ed è giusto che sia così. C'è del sano “menaggio” prepartita, di cui io per primo sono la vittima, ma devo ammettere che sta creando quel positivo clima di attesa che per il calcio dilettantistico non può che far bene”.
Passando al lato tecnico, che tipo di gara ti immagini? Da quanto si percepisce a Finale c'è grande voglia di rivalsa.
“Noi siamo estremamente sereni. Dopo il 4-0 dell'andata sappiamo esattamente come metterli in difficoltà. Poi è normale che vogliano regolare i conti dopo i quattro gol subiti all'andata, ma non credo proprio che possano riuscirci”.
Ti sbilanci.
“Lo auspico, altrimenti non uscirei più di casa” (ride)
Chiudiamo con la più banale delle domande. In caso di gol esulteresti anche al “Borel”?
“Beh, al Borel effettivamente...”
Estremizziamo: siamo al '95 e un tuo tiro al volo da 35 metri termina la sua corsa sotto l'incrocio del pali.
“Colpo basso. In effetti esulterei, non quanto per me, ma per rispetto nei confronti della società che mi ha dato fiducia e di tutti i sostenitori che verranno a Finale a vedere la partita”.