"Chi sarà il nuovo allenatore dell'Albenga?". Domenica sera, subito dopo l'esonero di Andrea Caverzan, era questa la domanda che serpeggiava con insistenza tra gli addetti ai lavori in tutto il ponente ligure. I nomi sul piatto erano molteplici, ma dopo qualche verifica, l'unica candidatura realmente sul piatto era quello di Simone Rattalino, giovane tecnico della formazione Juniores ingauna, classe 1983.
E proprio ai suoi ragazzi, salutati ieri nel corso dell'ultimo allenamento, corre il primo pensiero per il tecnico andorese.
Mister, le è stata affidata una grande responsabilità.
"Guidare l'Albenga è il sogno di tantissimi allenatori e riuscire a farlo a 31 anni, alla prima esperienza in Prima Squadra, è qualcosa di incredibile. Ci tengo a ringraziare particolarmente tutta la dirigenza per questa grande manifestazione di stima e fiducia, mi auguro di essere all'altezza".
Il buon lavoro svolto nella formazione Juniores quanto può aver inciso?
"Credo abbia avuto il suo peso, è innegabile. E per questo motivo ci tengo a ringraziare particolarmente tutti quei ragazzi che da inizio campionato si sono sempre allenati con grande impegno ed entusiasmo. Se è arrivata la panchina della Prima Squadra è soprattutto merito loro".
Stasera il primo allenamento. Non sarà semplice rapportarsi con giocatori anche anagraficamente più grandi di lei. Cosa dirà alla squadra?
"Chiederò semplicemente disponibilità ed impegno. Credo che ritrovando un pizzico di autostima in più si possano tornare ad ottenere risultati importanti. So bene che questo tipo di esperienza comporta dei rischi, ma non ssi può assolutamente rifiutare una squadra come l'Albenga, è una piazza che emana un fascino incredibile, oltre avere una rosa di grande qualità".
Che tipo di allenatore è Simone Rattalino? Su cosa lavorerà in particolar modo?
"Migliorare il lavoro di due allenatori preparatissimi come Enrico Sardo ed Andrea Caverzan è un'impresa improba. Mi piacerebbe però vedere una squadra agonisticamente pronta, determinata e molto concreta nelle fasi chiave delle partite. Ho visto quasi tutti gli incontri della Prima Squadra e spesse volte è mancato quel pizzico di cinismo in più nel portare a casa il risultato".
Ha idee tattiche di riferimento?
"Per convinzione personale prediligo la difesa a 4, lo schieramento di centrocampo e attacco può variare a seconda dei giocatori a disposizione, dell'avversario o di altri fattori".
Dica la verità, è emozionato?
"Certo, credo sia normale, ma fortunatamente stasera si va in campo e inizieremo un nuovo percorso. Ripeto, la squadra è di alto livello e può tornare ad ottenere risultati di un certo tipo: se si ritrova il giusto entusiasmo possiamo ricominciare a recitare un ruolo da protagonisti".